La famiglia sta cambiando. Ma la famiglia è mai stata uguale a se stessa? Il modo di organizzare la riproduzione, di provvedere all’educazione e all’istruzione dei figli, di organizzare la vita concreta e quotidiana in casa sono in continuo cambiamento nello spazio e nel tempo, da una civiltà all’altra, dalla campagna alla città, da famiglie che sono anche unità economiche di produzione a famiglie che mettono in comune redditi procacciati altrove e decidono al proprio interno soltanto i consumi. Le bambine e i bambini, i piccoli esseri umani, sono stati allevati nelle persuasioni più diverse, con i metodi più diversi, con aspettative le più varie nei loro confronti, riguardo al loro ruolo, ai loro compiti, alle tappe della loro autonomia. Non dobbiamo andare molto lontano nella nostra storia per trovare un modello di famiglia fondato non sull’affettività, ma sulla lontananza affettiva, soprattutto dei padri, concentrati nella severità della dignità virile; non sull’assunzione in prima persona del carico di lavoro che un’infante richiede da parte della madre, ma sull’assunzione di balie, dove la stessa riproduzione non era basata su un atto d’amore, ma su rapporti sessuali vissuti come dovere, con mariti incuranti del consenso delle mogli1 e del loro piacere sessuale: una vera e propria forma di riproduzione “senza sesso” per le donne - a meno di non volere chiamare “sessualità” il mero incontro di genitali nel quale il desiderio non viene condiviso...