Quando anche il cinema fa... coming out
Il rispetto non è una norma da imporre, ma una scelta individuale tra barbarie e civiltà. Le parole sono del sociologo americano Richard Sennet. E proprio queste stesse parole hanno ispirato la Commissione stranieri di Castel San Pietro che, da par suo, ancora una volta ha saputo sorprendere e spiazzare. Sorprendere per la voglia e il coraggio di conoscere l’altro. Spiazzare per la tematica scelta: il mondo dell’omosessualità. In tempi in cui si fa strada l’omofobia, la Commissione locale ha voluto squarciare il velo dell’ipocrisia proponendo un ciclo di cinque incontri e sei proiezioni. Il linguaggio privilegiato? Quello cinematografico, che darà lo spunto per riflettere con cinque interlocutori d’eccezione. Il primo appuntamento è per questa sera, alle 20.30, al centro scolastico di Castel San Pietro, con un film che Ettore Scola ha firmato nel 1977, Una giornata particolare. Film che accende i riflettori sull'omosessualità, ma al contempo su di un periodo storico, il fascismo in Italia. Seguirà una chiacchierata con Peter Schellenbaum, psicologo analitico e psicoterapeuta.
«L’omofobia – richiama Willy Lubrini, presidente della Commissione, presentando questa quinta rassegna – può diventare causa di fenomeni di bullismo, di violenza o di mobbing nei confronti delle persone gay, lesbiche, bisessuali e transessuali. Secondo l’Agenzia per i diritti fondamentali dell’Unione europea, l’omofobia nel 2009 ha danneggiato la salute e la carriera di quasi 4 milioni di persone in Europa. L’Italia è uno dei Paesi dell’Ue con il maggior tasso di omofobia sociale, politica ed istituzionale. Com’è – ci si chiede – la situazione in Svizzera e nel nostro Ticino?» Da qui la decisione di lanciare il dibattito, prendendo spunto da storie cinematografiche. «Conoscere l’altro non significa capire. Non significa accettare per forza. Ma cercare di vedere le cose da un altro punto di vista – spiega ancora Lubrini –. Minoranze etniche, religiose, culturali o sessuali non vogliono essere tollerate, ma far parte della società, avere un ruolo attivo in esse. Rispettare non significa capire, significa negoziare le posizioni di potere, assumere le proprie idee e argomentare sul perché si cambia o non si cambia. Significa anche accettare di non capire tutti gli aspetti dell’altro, senza che ciò abbia conseguenze sulla stima del diverso».
La rassegna, organizzata con la collaborazione del Municipio di Castello, il Cineclub del Mendrisiotto e l’Associazione gay lesbica Ticino Imbarco Immediato, propone quindi un’opportunità per conoscere.
L’appuntamento proseguirà ogni giovedì (sempre alle 20.30) e si dividerà tra le scuole di Castello e il Cinema Plaza a Mendrisio. E meglio: il 22 aprile a Castello con il film C.R.A.Z.Y. di Jean-Marc Vallée e l’incontro con Margherita Graglia, psicologa e psicoterapeuta; il 29 aprile a Castello con Les roseaux sauvages (L’età acerba) di André Téchiné e il dopo film con il giornalista Angelo Pezzana; il 6 maggio ancora a Castello con il film Kissing Jessica Stein di Charles Hermann-W.; e di seguito il 20 maggio, questa volta a Mendrisio, con Viola di Mare, una pellicola dell’anno scorso siglata da Donatella Maiorca, accompagnata dall’incontro con Donatella Zappa, operatrice sociale e coordinatrice di Imbarco Immediato; e infine il 27 maggio a Mendrisio con Wild side di Sébastien Lifshitz. Chiuderà, la stessa sera, la serie di chiacchierate don Franco Barbero, teologo e co-fondatore della comunità cristiana di base di Pinerolo. L’ingresso è gratuito.