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Gay in politica, famiglie arcobaleno, e un "Gay Village" sul Ceneri

Domani, sabato 5 luglio, il grotto del Ceneri si trasformerà in un “gay village”. A partire dalle 19 si terrà infatti la festa di “Imbarco immediato”, l’associazione gay e lesbica della Svizzera italiana. E così abbiamo contattato Donatella Zappa, una delle anime di “Imbarco immediato”, con la quale abbiamo fatto una chiacchierata…

Donatella Zappa, a Milano hanno realizzato un’app “gay frendly”, nella quale si possono trovare diversi locali, appuntamenti e quant’altro destinati ad un pubblico omosessuale. In Ticino un’app del genere rimarrebbe desolatamente vuota… ?

«Beh, avrebbe ben poco. Di luoghi di ritrovo prettamente gay in Ticino non ce ne sono. Ci sono i nostri eventi, ma sono pochi. Ci sono dei locali dove ci sono anche gay, con una clientela “mista”. Però non possiamo paragonarci a Milano… ».

È solo una questione di massa critica, oppure semplicemente chi è alla ricerca di questo tipo di offerte si sposta di più?

«No, solo una questione di massa critica. In Ticino ci sono 300 mila abitanti, non siamo nemmeno un quartiere di Milano. Se consideriamo che il 3-4 percento della popolazione è gay, non c’è una massa critica per poter aprire dei commerci. E i commercianti non sono Babbo Natale, lo sanno. Alle nostre feste riusciamo ad avere parecchia gente, ma solo perché ne facciamo poche, sono eventi sporadici e non commerciali, si viene anche per solidarietà. Credo proprio che non ci sia una massa critica, tanto che i pochi locali che sono stati aperti hanno chiuso, semplicemente perché non lavorano abbastanza».

E in politica? I gay sono rappresentati in Ticino?

«Non sono rappresentati direttamente, anche se ce ne sono. Sempre di più ci sono gay che, al di là della loro appartenenza politica, manifestano il loro orientamento, che è completamente staccato dalle ideologie politiche. E questo credo sia una buona cosa. Negli anni abbiamo sempre associato l’omosessualità con i partiti di sinistra, ma non è assolutamente vero. Oggi la popolazione gay è rappresentata in tutti i partiti, e in tutti i partiti si sta sempre più manifestando. Chiaro, magari nella sinistra o nel PLR l’omosessualità la si esprime molto chiaramente, ma sta venendo fuori anche in altri partiti».

Una bella trasformazione…

«È un fenomeno interessante, l’omosessualità giustamente, siccome è uno dei tratti della persona, non rappresenta certamente né un modo di pensare, né una determinata idea politica, è qualcosa di completamente staccato. Il mio essere gay non determina il fatto che io sia di sinistra, e sarei di sinistra anche se non fossi gay. Insomma, non riesco a trovare il nesso fra il mio essere omosessuale e l’essere di sinistra, non c’è. Conosco gay di destra, e va bene così. Credo che questo vada assolutamente a provare come l’orientamento sessuale è uno dei tanti aspetti della nostra vita, ma non è quello che mi identifica».

Nel 2005 il Ticino si espresse contro le unioni domestiche registrate con il 53,2 percento di no, mentre la Svizzera aveva detto sì. Oggi, rifacessimo quella votazione, in Ticino come ci situeremmo?

«Sicuramente i consensi sarebbero maggiori. Ma credo che il consenso sarebbe più ampio in tutti i Cantoni. Ovviamente i Cantoni con una tradizione cattolica, e soprattutto una valenza provinciale, farebbero più fatica. Dopo di che devo riconoscere che il Ticino, malgrado sia un Cantone di stra-provincia (la nostra città più grande, Lugano, è paragonabile ad un paesino della Lombardia) abbiamo raggiunto un buon livello di consenso. Secondo me è comunque tanto, significa che malgrado il provincialismo siamo riusciti ugualmente a raggiungere una percentuale abbastanza alta, non era scontato. E se rivotassimo ora quel consenso salirebbe, perché se ne parla di più, perché la gente ha meno paura, perché un certo percorso è stato fatto».

Sulle adozioni gay invece secondo lei l’opinione pubblica è pronta? O è troppo presto?

«La politica non è pronta. La cittadinanza non è pronta. Ma il vicino di casa invece è pronto».

Si spieghi meglio.

«Se io alla mia vicina di casa racconto che sono lesbica e che ho adottato un bambino, sicuramente mi vedrebbe con molta sorpresa, ma anche con molta solidarietà. Quindi accetterebbe questo fatto in modo direi naturale. La politica invece, che è sempre molto più lenta, perché interpreta i movimenti della gente, con la paura di “cannare” il voto, non è ancora pronta. Ma fa niente, tanto noi le adozioni le facciamo ugualmente».

È la società che anticipa la politica.

«Dei passi sono stati fatti, va detto. Se ne parla sempre di più, ora c’è la possibilità di adottare il figliastro, le lesbiche stanno facendo molti figli, adesso cominciano anche i gay a fare figli, e ad un certo punto la politica si ritroverà a dover gestire delle famiglie arcobaleno, e quindi dovrà elaborare degli strumenti per poter in un qualche modo inglobare queste famiglie. Saranno i gay, direttamente attraverso delle rivendicazioni, o indirettamente attraverso facendo dei figli, a spingere la politica a prendere delle decisioni. Cosa che sta già avvenendo… ».

Chi rimane un po’ scettico, nei confronti delle unioni registrate o delle adozioni gay, lo inviterebbe alla vostra festa al Ceneri di questo sabato?

«Ma certo! In ogni caso si divertirebbe, ballerebbe, guarderebbe la partita, potrebbe mangiare delle cose buone, si trova in un posto bello, e quindi… che venga, per carità!».

Allora ci dia qualche dettaglio di questo “gay village”.

«Chiaramente il contesto è bellissimo, il grotto del Ceneri, in mezzo al bosco. Il grotto è molto bello, gestito bene, ottima cucina, un posto molto accogliente. Si balla musica a 360 gradi, non solo “bum-bum-bum” della musica techno, una musica da notte di Capodanno tanto per intenderci. È una festa dove possono ballare tutti, dai 16 anni ai 70 anni, c’è n’è per tutti i gusti. Ed è proprio questo che vogliamo, una festa ad ampio raggio, che possa piacere a tutti, perché ognuno può trovare il suo spazio. Infatti ci saranno spazi dove sarà possibile chiacchierare, spazi dove la musica “picchia”, spazi all’interno dove poter mangiare. A noi quello che sta a cuore è che sia una festa solare, non in uno scantinato, dove possono andare tutti. Quindi cosa mancherà a questa festa? Niente! Mancherete solo voi… venite!».

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